Una nefrologia dai tanti colori

Il progetto

Il progetto “La nefrologia dai tanti colori” intende approfondire il rapporto tra la medicina moderna e la domanda di salute di una società moderna come la nostra che si trova ad ospitare culture diverse tra loro.

Negli ultimi anni l’Italia si è consolidata come meta più o meno definitiva di un notevole flusso di cittadine stranieri; questa considerazione è valida anche per la Regione Piemonte, che ha visto crescere la presenza di migranti dal 5% del 2005 al 7.1 % del 2007.

Le nazionalità più rappresentate sono: la Romania 33% seguita dal Marocco 17% (dati Osservatorio Reg. Piemonte). In considerazione di questi numeri, in costante aumento, il fenomeno assume una maggiore visibilità e l’analisi della realtà mostra che l’affluenza ai servizi sanitari dei migranti è ormai da ritenersi una situazione normale.

Da quanto sopra si evince che per intervenire adeguatamente con questa nuova tipologia di popolazione sanitaria è necessario che l’operatore sanitario e i servizi sanitari acquisiscano nuovi metodi e nuovi strumenti di lavoro in grado di favorire la comunicazione.

MATERIALE E METODI

L’obiettivo di questo lavoro è duplice:

– aumentare il bagaglio del “sapere delle differenze” dell’operatore sanitario

– ampliare la ricaduta delle informazioni ai migranti (con particolare attenzione al gruppo rumeno e magrhebino) in merito alle implicanze della malattia renale cronica al fine difavorire processi di promozione della salute.

Per la sua realizzazione ci è utilizzato un approccio multidisciplinare tra operatori sanitari e sociali.

Gli strumenti adottati sono stati:

  • la Rete Informatica
  • la traduzione
  • il lavoro di gruppo in team multidisciplinare
  • il sistema formativo ECM

RISULTATI

Il progetto ha realizzato, attraverso la modalità del lavoro di gruppo dell’equipè multidisciplinare:

– l’eleborazione di opuscoli appositamente predisposti e tradotti con contenuti utili per stili di vita non nocivi sia in tema di prevenzione dell’IR che in terapia sostitutiva.

– Il percorso formativo:

la formazione del personale si è attuato attraverso il sistema di formazione ECM in una giornata di studio e ha coinvolto 42 operatori sanitari nelle figure di: infermieri, medici e assistenti sociali.operanti sia nel servizio pubblico che privato operanti sulla citta di Torino e provincia con docenti provenienti sia dall’area maghrebina che rumena.

La Rete informatica:

si è realizzato un sito dedicato fruibile all’indirizzo: wwwunanefrologiadaitanticolori.it suddiviso in sezioni specifiche: predialisi, emodialisi, dialisi peritoneale, trapianto.

Il materiale contenuto nel sito prevede: informazione di base sulle complicanze della malattia renale, informazioni su stili di vita non nocivi, diete conservative calibrate sulle tradizioni culinarie arabe e rumena e indicazioni di comportamento per le persone affette da IRC nel periodo del Ramadam. Questo materiale è stato tradotto in due lingue: rumeno e arabo ed è fruibile sia in forma di lettura sia come pdf scaricabile.

DISCUSSIONE

La cura dell’IRC, con il suo carattere di cronicità, richiede uno sforzo notevole sia in termini di risorse umane che di investimenti economici che però per essere efficaci non possono prescindere da una buona comunicazione con la persona migrante.

Nell’ambito della pratica assistenziale si possono rilevare infatti criticità quali:

– difficoltà a comprendere il concetto di medicina preventiva

– scarsa aderenza terapeutica

Queste difficoltà si riscontrano in primis per la difficoltà di superare la barriera linguistica e poi per il “conflitto di valori” a cui si somma anche il disagio sociale in cui spesso il migrante vive.

È molto importante quindi si prevedano strumenti in grado di favorire la commistione tra culture.

CONCLUSIONE

Questo progetto intende inserirsi come ricerca di buona pratica applicabile nei servizi sanitari in particolare dell’ area nefrologica, al fine di favorire la trasformazione in senso interculturale degli stessi, per migliorarne la capacità di risposta ai nuovi bisogni che l’immigrazione impone.