RIDUZIONE DELLA FUNZIONE RENALE NELL’ANZIANO: FISIOLOGIA O PATOLOGIA?

Introduzione

Nel 1950 gli studi di Davies e Shock mostravano al mondo come il GFR diminuisca di circa 1 ml/min/anno dopo i 30 anni di età. Oggi si assiste ad un aumento dell’incidenza di CKD, tanto da parlare di vera e propria epidemia, specialmente per le età più avanzate. Scopo del nostro studio è stato quello di valutare la progressione della malattia renale cronica nelle diverse fasce di età.

Metodi

Abbiamo condotto uno studio osservazionale di coorte, retrospettivo, monocentrico. Di 1500 pazienti afferenti al nostro ambulatorio divisionale, ne abbiamo arruolati 115 Figura 1. Criteri d’inclusione: età>18 anni, follow-up≥5 anni, eGFR<60 ml/min/1,73 m2 e/o malattia renale diagnosticata e/o presenza di danno renale. Sono stati esclusi tutti i pazienti privi di almeno un controllo ambulatoriale l’anno e quelli giunti alla nostra attenzione per la prima volta in corso d’insufficienza renale acuta. I pazienti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base all’età: 25-55 anni (n=27), 56-65 (24), 66-75 (42), 76-87 (22). Il GFR è stato calcolato sia in base alla formula MDRD che CKD-EPI.

Risultati

I pazienti più giovani hanno avuto un follow-up significativamente più lungo e meno comorbidità, valutate secondo l’indice CIRS, rispetto agli altri gruppi Figura 2. Non abbiamo osservato differenze tra la creatininemia basale e quella al termine del periodo di osservazione tra i diversi gruppi Figura 3. Allo stesso modo, non abbiamo osservato differenze significative riguardo il filtrato glomerulare all’inizio o al termine del follow-up tra i diversi gruppi Figura 4. Seppure la funzione renale sia diminuita significativamente in tutti i gruppi, abbiamo notato una variazione meno marcata con il progredire dell’età, tanto che il delta della filtrazione glomerulare è risultato minimo nel gruppo di pazienti tra i 76 e gli 87 anni Figura 5. Analizzando infine il GFR ad ogni visita ambulatoriale in base all’anno di follow-up, abbiamo osservato che la diminuzione più rapida di filtrato è stata caratteristica dell’età più giovane mentre i pazienti più anziani hanno presentato una perdita di funzione renale tanto più lenta quanto maggiore la loro età Figura 6.

Conclusioni

Il nostro studio suggerisce che la perdita di funzione renale nell’anziano progredisce più lentamente che nel giovane, con valori simili a quelli osservati da Davies e Shock già negli anni 50, portandoci a concludere che questi soggetti non siano da considerare propriamente pazienti con malattia renale cronica ma dovrebbero essere seguiti attentamente dal medico di base per il maggior rischio di sviluppare una insufficienza renale acuta.