PRESENTAZIONE DI UN METODO SEMPLIFICATO PER LA MISURA DELLA FUNZIONE RENALE (FRR) NEI PAZIENTI (PZ) IN EMODIALISI (HD)

INTRODUZIONE

Nei pazienti (pz) con nefropatia cronica avanzata il filtrato glomerulare (GFR) viene comunemente stimato dalla media aritmetica della clearance renale dell’urea (Kru) e della clearance renale della Creatinina (CCr): GFR = (Kru + CCr)/2. In questi pz, CCr viene calcolata dal rapporto tra la massa di creatinina eliminata nelle urine delle 24 ore (VUCr) e la Concentrazione (C) sierica della creatinina (sCr): CCr = VUCr /sCr.  La Kru viene calcolata allo stesso modo, usando le C urinarie e sieriche dell’urea (U), al posto di quelle della Creatinina (Cr). Nei pz in emodalisi (HD) la funzione renale residua (FRR) può essere quantificata misurando il GFR (media di Kru e CCr), usando le formule già viste, ma con due importanti variazioni: 1) estendendo la raccolta urinaria all’intero periodo interdialitico e 2) mettendo a denominatore la C sierica media (Cm), di U e di Cr, rispettivamente, nel periodo interdialitico considerato: Cm = (Ct +C02)/2, ove Ct è la C di fine dialisi e C02 è C all’inizio dell’HD successiva. Il metodo sopra descritto presenta almeno due aspetti problematici: 1) sono necessari due prelievi (Ct e C02), 2) il periodo interdialitico di raccolta urinaria può essere troppo lungo, soprattutto per i pz in dialisi bisettimanale (2HD/w), e, ancor più, per quelli in ritmo monosettimanale (1HD/w). Per cercare di semplificare la misura di FRR, soprattutto nei pz in trattamento con 1 o 2 HD/w, abbiamo pensato di limitare la raccolta urinaria alle ultime 24 h (U24) precedenti l’inizio della dialisi successiva e di usare un solo prelievo (C02) al posto di Cm. Il razionale di questa proposta è basato sul fatto che nei pz con FRR relativamente elevata (come, dovrebbe essere il caso dei pz che ricevono 1 o 2HD/w) il profilo interdialitico della C di U o di Cr è curvilineo e tende ad un plateau con l’aumentare del tempo trascorso dalla fine della dialisi precedente. Su questa base, si può ipotizzare che il plateau sia quasi raggiunto alla fine del periodo interdialitico lungo dei pz 2HD/w (dopo circa 4 giorni) e soprattutto dei pz 1HD/w (dopo circa 7 giorni). Assumere che verso la fine dell’interdialisi in questi pzi si raggiunga un plateau di C (di U e Cr), significa che C02 è molto simile a Cm, con un rapporto Cm/C02 prossimo all’unità. Scambiando C02 con Cm, le formule delle clearance diventano: CCr=VU24Cr/C02Cr e  Krur=VU24U/C02U.

SCOPO

Valutare l’errore indotto dalla sostituzione di Cm con C02 quantificando il rapporto Cm/C02 in un gruppo di pz con FRR significativa in 1HD/w. PAZIENTI E METODI. Dall’archivio elettronico del nostro Centro sono stati estratti i dati relativi a 34 pz (vedi Tabella sottostante)  in 1HD/w, di cui erano disponibili, tra l’altro, i dati di escrezione urinaria di U e Cr  nelle 24 h precedenti l’inizio di una seduta oggetto di valutazione cinetica. Tali dati sono stati utilizzati come input per un modello bicompartimentale per modellare sia U che Cr. Per ogni pz, sono stati calcolati i valori di C ai tempi necessari per calcolare Cm/C02 per 1, 2 e 3 HD/w.

RISULTATI

Nella Tabella, oltre ai principali dati di base, sono riportati i principali risultati ottenuti nei singoli pz, con i valori medi a fondo tabella. In particolare, erano 19 Maschi e 15 donne, con peso medio di 64±15 kg e GFR medio 5,7±1,9 ml/min. Le colonne 7 e 12, in grassetto, mostrano che i valori individuali di Cm/C02, per 1HD/w, sono molto prossimi all’unità: con valori medi di 0,97±0,01 per U e 0,99±0,01 per Cr. Le colonne successive (8 e 13) mostrano che, negli stessi pz, Cm/C02 dopo 4 gg (2HD/w) era in media 0,94±0,01 per U e 0,97±0,01 per Cr. Le colonne 9 e 14 mostrano i dati di Cm/C02 dopo 3 gg (3HD/w), che in media erano 0,92±0,01 per U e 0,95±0,01 per Cr.

CONCLUSIONI

In questo gruppo di pz in HD monosettimanale con GFR 5,7±1,9 ml/min, la misura semplificata di Kru e CCr in media induceva un errore trascurabile (intorno a 1-2%) nel trattamento attuale (1HD/w), che aumentava leggermente (3-6%) simulando un ritmo bisettimanale, ed aumentava ancora, pur rimanendo in limiti clinicamente accettabili, simulando un ritmo trisettimanale (5-8%).

Il metodo proposto sottostima in modo statisticamente significativo, ma clinicamente accettabile, la FRR dei pz in HD. Come dimostra l’esperienza pluriennale nel nostro Centro, tale medodo permette una valutazione routinaria di FRR dei pz in HD e può facilitare l’inizio di HD in modo incrementale.