NEFROPATIE CISTICHE EREDITARIE: SCREENING MOLECOLARE

Introduzione

Le nefropatie ereditarie sono un gruppo eterogeneo di patologie responsabili di danno renale cronico con correlazione fenotipica estremamente variabile. La storia familiare del paziente può aiutare a distinguere la presenza di nefronoftisi (a trasmissione recessiva) da altre nefropatie a trasmissione dominante. Algoritmi di analisi molecolare del genoma possono aiutare il percorso diagnostico.Lo scopo dello studio è quello di mettere a punto uno screening genetico di queste nefropatie mediante la validazione di un algoritmo diagnostico correlabile con diversi fenotipi clinici a presentazione cistica.

Materiali e metodi

Per l’analisi molecolare sono stati analizzati i geni NPHP1, NPHP5 (Hildebrandt 2009 [1] (full text)), UMOD (Piret 2011 [2]), REN e HNF1B (Edghill 2006 [3]). Il DNA di 12 pazienti italiani con nefropatie ereditarie è stato sottoposto a sequenziamento diretto; è stata inoltre effettuata l’analisi di delezioni in omozigosi mediante PCR multiplex del gene NPHP1 e Multiplex Ligation-Dependent Probe Amplification (MLPA) del gene HNF1B (Otto 2008 [4]).

Risultati

Sono state identificate 3 mutazioni causative:

1) la delezione in omozigosi degli esoni 5, 7 e 20 del gene NPHP1 in un paziente con nefronoftisi di tipo 1 (Figura 1);

2) la variante in omozigosi p.R489X del gene NPHP5 in un paziente con retinite pigmentosa e colangiti ricorrenti che ha permesso di confermare la diagnosi di Sindrome di Senior-Loken (Figura 2). La stessa mutazione è stata riscontrata in precedenza solo in una famiglia pakistana;

3) la variante in eterozigosi p.R295C del gene HNF1B, identificata in un paziente con insufficienza renale e diabete mellito (Figura 3). Questa mutazione determina l’alterazione di un dominio di legame con il DNA e non è mai stata riportata in precedenza in Italia.

Conclusioni

Nel 25% delle indagini eseguite sono emerse diagnosi positive. Questi risultati preliminari sono incoraggianti per l’impiego sistematico dell’algoritmo proposto (Figura 4).