MEDICINA NARRATIVA: ESPERIENZA TRIENNALE IN UN CENTRO DIALISI

INTRODUZIONE

Con lo sviluppo, in medicina, di tecnologie di diagnosi e di terapia sempre più sofisticate, è passata in secondo piano la capacità dell’operatore sanitario di ascoltare i pazienti leggendo nelle loro parole quegli elementi indispensabili per il trattamento e la cura della malattia.

Nel 2009 è stato avviato un progetto aziendale finalizzato alla conoscenza e applicazione della Medicina Narrativa (MN) per migliorare la relazione con i pazienti e ridurre possibili conflitti. Questo progetto rispondeva anche ad una richiesta specifica fatta dagli operatori sanitari del nostro Centro Dialisi.

L’operatore sanitario della dialisi, infatti, è particolarmente sensibile alla qualità delle relazioni e comprende meglio di altri come la MN possa essere uno strumento prezioso di crescita che aiuta non solo a curare ma anche, e soprattutto, a prendersi cura.

Una delle caratteristiche della dialisi è la dimensione longitudinale della relazione terapeutica che offre grandi opportunità sia all’operatore sanitario che al paziente di sviluppare e rispondere a narrazioni complesse in incontri relativamente brevi ma protratti nel tempo (le sedute emodialitiche).

Si sentiva, quindi, la necessità di acquisire le abilità comunicative utili per avviare questo progetto.

METODI

Nel 2009, tutto il personale sanitario della dialisi (medici e infermieri) ha preso parte ad un corso di formazione sulla MN avvalendosi del contributo di esperti della cominucazione in funzione di tutor.

Il team di esperti è stato arricchito dalla presenza di una filosofa che ha permesso il recupero dell’ottica olistica della salute propria della cultura occidentale delle origini.

Nel 2010, all’interno del nostro Centro Dialisi, si è costituito un gruppo di lavoro per la MN che in un primo tempo ha elaborato un questionario rivolto al resto del personale per analizzare le ricadute del progetto.E’ emersa la volontà di arrivare ad una relazione con il paziente più consapevole e in grado di dare un senso compiuto ad entrambi.

Si sono, quindi, creati dei piccoli gruppi di confronto composti da personale sanitario, pazienti emodializzati e familiari in cui si è dato risalto, grazie al gioco delle parti, alla narrazione del paziente e della sua famiglia integrandola con la narrazione del personale sanitario per arrivare ad una storia di malattia coerente e capace di soddisfare tutti gli attori di questa relazione. Sono state raccolte le visioni comuni e le esperienze più stressanti: la ripetitività dei gesti di cura, a volte richiesti dalle persone stesse, divengono più rilevanti degli eventi considerati maggiori come il morire o il rinvio di un trapianto.

Nel 2011, siamo giunti a confrontarci in atelier di lettura avvalendoci di spunti di riflessione derivanti dalla letteratura.

Attualmente, il gruppo di lavoro è impegnato nell’elaborazione di un nuovo questionario.

CONCLUSIONI

Fino ad oggi, da questo percorso è derivato un contributo al benessere di tutti, con ricadute positive non solo sui rapporti interpersonali ma anche sulla pratica clinica ed assistenziale.

La MN ha creato in tutti noi la consapevolezza di aver intrapreso un percorso di miglioramento continuo nella qualità dei processi di cura e nella relazione con l’altro che creerà sempre nuovi bisogni nello svolgimento di una professione in cui l’ambito umano è fondamentale.