L’MPI NELLA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE ANZIANO CON MRC: DATI PRELIMINARI

INTRODUZIONE E SCOPO DELLO STUDIO

Il paziente anziano può essere considerato come un prototipo di soggetto con malattia renale cronica (MRC) a causa della fisiologica riduzione del GFR. Scopo della nostra ricerca è valutare nuovi indici funzionali che possano guidare ad una idonea  scelta terapeutica aldilà della semplice misurazione del filtrato glomerulare [1]. In questo lavoro abbiamo preso in esame il Multidimensional Prognostic Index [2] in quanto è considerato un predittore efficace della mortalità ad un anno. Tale indice  viene ricavato dalla Valutazione Multidimensionale (VMD) [3], un test ampiamente diffuso e validato nella popolazione geriatrica, per osservare se è correlabile con l’evoluzione della malattia renale cronica [4].

MATERIALI E METODI

Sono stati valutati 79 pazienti di età maggiore a 64 anni suddivisi in 3 fasce di età, sesta, settima e ottava decade di vita e in ciascuna decade, in base allo stadio della funzione renale. Il campione in esame comprende due gruppi (Tab. 1): dialisi peritoneale con funzione renale residua e trattamento conservativo (TC) con GFR inferiore a 65 ml/min. Nel campione sono stati rilevati i seguenti parametri : GFR (CKD-EPI se in trattamento conservativo e clearance misurata se in trattamento sostitutivo), uricemia,  proteinuria, microalbuminuria, BMI, presenza di comorbidità per diabete, ipertensione, (Tab. 2) ed è stato somministrato il test per la valutazione dell’ MPI. Questo è costituito da 8 parti, per un totale di 63 domande, e prende in considerazione i seguenti aspetti della VMD:  anamnesi sociale, terapia in atto, ADL per l’autonomia nelle attività della vita quotidiana, IADL per l’autonomia nelle attività strumentali della vita quotidiana, SPMSQ  per la valutazione delle capacità cognitive, Scala di Exton –Smith per la valutazione del rischio di lesioni da decubito, CIRS per la presenza e l’entità delle  comorbidità, Mini Nutritional Assessment per la valutazione alimentare, antropometrica e dello stato psicologico.

Nessun paziente ha abbandonato lo studio nel periodo di osservazione.

Abbiamo utilizzato il test e il software per il calcolo dello score forniti dagli autori  sul sito dell’Opera di Padre Pio (http://www.operapadrepio.it/it/content/view/1091/976/). Il rischio prognostico di mortalità è basso se lo score è compreso tra 0 e 0,33, moderato per un valore tra 0,34 e 0,66 ed è severo se compreso tra 0,67 e 1,00. (Tabelle 1, 2, 3)

RISULTATI E CONCLUSIONI

Dai dati raccolti osserviamo che

  1. I pazienti in DP hanno uno score MPI più alto rispetto ai coetanei in trattamento conservativo, tuttavia nel primo gruppo l’incremento dello score correlabile all’età è ridotto rispetto al gruppo in TC. Infatti nel gruppo TC c’è un peggioramento dello score MPI correlabile all’invecchiamento e alla riduzione del GFR , con un incremento medio dell’MPI del 20,6 % tra prima e la seconda fascia d’età e del 9,7 % tra la seconda e la terza fascia d’età, mentre nel gruppo DP l’incremento medio tra la prima e la seconda fascia è solo del 9,5 %. (Tab. 3)
  2. La patologia diabetica incide sullo score MPI incrementando lo score medio nel gruppo in trattamento conservativo del 25% e nel gruppo della dialisi del 36%.

Tabella 4;

  1. Inoltre abbiamo osservato che all’interno dei sottogruppi identificati dalla stessa fascia d’età e lo stessa stadio della M.R.C (Tab. 3) vi è una variabilità nello score MPI,tale da suggerirci un diverso rischio di mortalità ad un anno in pazienti altrimenti considerati omogenei. 

Questi dati preliminari necessitano di ulteriori indagini con un ampliamento del campione, includendo anche il gruppo dei pazienti in emodialisi, e individuando quei fattori che possano guidarci verso la stratificazione del rischio e le più idonee scelte terapeutiche.