LA RIDOTTA COMPLIANCE COME FATTORE DETERMINANTE IL FALLIMENTO NEL CONTROLLO DEL METABOLISMO MINERALE IN DIALISI: DATI DAL PRIMO AUDIT SIN

INTRODUZIONE

Il controllo del metabolismo minerale è spesso insufficiente nei pazienti in emodialisi (HD), Le conseguenze cliniche di questo cattivo controllo sono molteplici, ad esempio problemi osseo-tendinei e calcificazioni nei tessuti molli e vascolari. [1]  [2] conoscenza dei fattori che condizionano il controllo del metabolismo minerale è, dunque, fondamentale nell’implementare strategie efficaci nel miglioramento della pratica clinica. A tal fine abbiamo condotto un audit clinico che in una prima fase (osservazionale) ha valutato gli ostacoli ad una corretta gestione del metabolismo minerale in dialisi (dati presentati sul poster correlato) ed in una fase successiva ha valutato l’efficacia delle strategie elaborate dopo la prima analisi dei dati. In questo poster presentiamo i dati della seconda fase (prospettica) del processo di audit clinico.

L’audit è stato condotto in accordo con la Società Italiana di Nefrologia.

METODI

Sono stati sottoposti ad audit 509 pazienti in 36 centri dialisi italiani. Per ogni paziente sono stati raccolti dati su: politica del centro, caratteristiche cliniche, parametri dialitici, dieta, terapie e compliance. I dati erano registrati 1 mese prima l’esecuzione dell’audit, all’audit (AUDIT) ed 6 mesi dopo (POST6). Dopo l’audit erano elaborati possibili interventi per ogni paziente analizzato, allo scopo di migliorare il controllo del metabolismo minerale.

RISULTATI

Il controllo del metabolismo minerale all’AUDIT non era ottimale, infatti, la percentuale di pazienti che raggiungevano i target terapeutici era 54,7% per il PTH (considerando le diverse linee guida KDOQI o KDIGO, adottate dai singoli centri),

54,6% per il P e 76,2% per il Ca, mentre solo 86 pts (16%) rispettavano tutti i criteri. Dall’analisi dei dati e dalla discussione collegiale emergeva che le cause cui era imputato l’insuccesso terapeutico erano, nell’ordine: la scarsa compliance (34% dei casi), la terapia farmacologica, considerata eccessiva o inadeguata, e la complessità clinica dei pazienti. I suggerimenti elaborati riguardavano nella maggior parte dei casi (67%) la rimodulazione della terapia farmacologica.

L’analisi dei dati raccolti a POST6 ha evidenziato che, rispetto all’AUDIT, vi era stato un aumento significativo dell’uso di tutte le categorie di farmaci (chelanti, vitamina D, calcio-mimetici), mentre non vi era stato alcun miglioramento della compliance alla terapia e alla dieta. Le modifiche terapeutiche non avevano influenzato le percentuali di pazienti in target che erano invariate rispetto all’AUDIT.

CONCLUSIONI

L’audit non ha determinato un miglioramento del metabolismo minerale ma ha evidenziato che la compliance alla terapia e alla dieta sono fattori determinanti, mentre il solo aumento della terapia farmacologica non appare efficace. È necessario introdurre nuove strategie mirate al miglioramento della compliance, avvalendosi eventualmente anche di supporto psicologico e dietetico.