IRA SECONDARIA A FIBROSI RETROPERITONEALE TRATTATA CON MICOFENOLATO MOFETILE: CASO CLINICO

INTRODUZIONE

La fibrosi retroperitoneale è una condizione morbosa caratterizzata da infiammazione e presenza di fibrosi nello spazio retro-peritoneale che si associa frequentemente alla comparsa di dolore lombare. Si tratta una patologia non comune che interessa circa 1,4:100.000 persone. La terapia d’elezione è chirurgica, sebbene negli ultimi anni siano stati utilizzati con successo diversi tipi di farmaci immunosoppressivi.

CASO CLINICO

Riportiamo il caso di un paziente maschio di 60 anni, giunto alla nostra osservazione per dolore lombare e sospetta colica pielo-ureterale. Al momento dell’ospedalizzazione gli esami ematochimici evidenziavano una riduzione della funzione renale (sCr 4.5 mg/dl, azotemia 131 mg/dl) ed un incremento degli indici di flogosi (VES 93 mm/h, PCR 130 mg/dl). L’ecografia addominale mostrava la presenza di idro-ureteronefrosi bilaterale con aumento volumetrico di entrambi i reni; inoltre era presente una massa ad aspetto iperecogeno che avvolgeva e deviava lateralmente l’aorta e la vena cava inferiore. (Figura 1-2). Nel sospetto di una massa retroperitoneale, il paziente veniva sottoposto a TC addome con mezzo di contrasto che evidenziava la presenza di tessuto fibroso che si estendeva dall’arteria mesenterica superiore fino alla biforcazione delle arterie iliache e prendeva rapporto con gli ureteri provocandone la compressione ab estrinseco. Pertanto veniva posta diagnosi di fibrosi retroperitoneale ed esclusa la presenza di neoplasie. (Figura 3-5) Il paziente veniva sottoposto a posizionamento di doppio stent ureterale e iniziava terapia corticosteroidea (CS) al dosaggio di 25 mg/die e micofenolato mofetile (MMF) al dosaggio di 250 mg x 2/die. (Adler S – 2008) [1] (full text) Alla dimissione si osservava un significativo miglioramento degli indici di funzione renale (sCr 1.4 mg/dl, azotemia 65 mg/dl) e la regressione del quadro idronefrotico. Veniva ridotta la terapia CS al dosaggio di 5 mg/die. La rivalutazione dopo 6 mesi di terapia con CS e MMF evidenziava normofunzione renale e la TC addome di controllo riscontrava riduzione della massa fibrotica. (Swartz RD – 2008) [2] Venivano rimossi gli stents ureterali e proseguita terapia con CS e MMF. (Figura 3-5) Durante il successivo periodo di osservazione di circa 2 anni, si confermava la stabilità del quadro ematochimico e ultrasonografico e si assisteva a ulteriore riduzione dell’estensione fibrotica retro peritoneale. (Figura 6)

CONCLUSIONI

In accordo con quanto riportato in letteratura, anche la nostra esperienza dimostra l’efficacia del MMF nel trattamento della fibrosi retro peritoneale idiopatica. (Scheel PJ – 2011) [3]