INFLUENZA DEI FATTORI SOCIO-ECONOMICI E ABITUDINI ALIMENTARI SUI LIVELLI DI FOSFORO NEI PAZIENTI IN EMODIALISI

Introduzione

L’iperfosforemia rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari, che incidono sulla morbilità e mortalità, dei pazienti uremici. Il fosforo (P) rappresenta un componente naturale di quasi tutti i cibi. È stato dimostrato che gli alimenti contenenti additivi hanno un quantitativo di P che arriva ad essere il 70% in più rispetto ai prodotti privi di additivi, ed ancora che il P in essi presente è completamente assorbito a livello intestinale, attraverso un meccanismo non-vitamina D – dipendente. Questi additivi sono spesso presenti nei cibi precotti ed in alcune bevande, costituendo l’alimentazione  prevalente della popolazione in dialisi, composta da soggetti anziani, di livello socio-economico e culturale non elevato e che spesso vivono da soli.

OBIETTIVO DELLO STUDIO: Attraverso uno studio osservazionale retrospettivo, abbiamo analizzato in una coorte di pazienti emodializzati le condizioni socio-economiche, il grado  d’istruzione e la condizione familiare, e valutato quanto queste interferiscano con le abitudini alimentari e con i livelli di fosforo.

Pazienti e Metodi

Sono stati arruolati 100 pazienti affetti da IRC in trattamento emodialitico periodico, afferenti presso 3 diversi Centri di Emodialisi (nella provincia di Messina). Per poter acquisire delle informazioni sulle abitudini alimentari è stato costruito un questionario, somministrato da un nefrologo. Sono state acquisite dalla cartella clinica informazioni riguardanti caratteristiche cliniche e demografiche e parametri ematochimici. 

Analisi Statistica: Dopo  trasformazione (Log10)  dei dati, quando la distribuzione  delle variabili non  era gaussiana, è stata effettuato il test di correlazione con l’analisi di regressione lineare e l’analisi di regressione logistica metodo “step-wise”. Il  livello di significatività statistica era posto sempre  a P≤ 0,05.

Risultati

I livelli di fosforo sierico erano più elevati nei pazienti che vivevano da soli, rispetto a quelli che erano in famiglia (P=<0,04) (figure 1), negli autosufficienti (P=0,05) e nei pazienti appartenenti a classi socio-economiche medio-alte rispetto a quelle più basse. (P=0,003) (figure 3). L’introduzione di cibi precotti, correlava positivamente con i livelli di fosforo (P=0,002) (figure 2 and 4), mentre la medesima correlazione non è stata trovata per i formaggi.

Discussione

In conclusione, lo status socio-economico e  l’assunzione di cibi precotti appaiono predittivi di variazioni dei livelli di fosforemia.

La consulenza dietetica dei pazienti in emodialisi è assolutamente necessaria.  Potrebbe essere di enorme utilità sensibilizzare il paziente a seguire un regime alimentare  con limitato apporto di fosforo informandolo riguardo il contenuto di “fosforo nascosto” in alimenti in cui non ne viene indicata la presenza o la quantità. Strategie terapeutiche che tengano conto degli aspetti socio-economici possono permettere di trasmettere importanti messaggi riguardo i cibi ad alto contenuto di fosforo ad una popolazione ad alto rischio di sviluppo di iperfosforemia.