INTRODUZIONE
Negli ultimi anni si è osservato un aumento dell’incidenza di insufficienza renale acuta (Acute Kidney Injury, AKI) nelle terapie intensive determinata da un crescente numero di interventi ad alto rischio, dal miglioramento delle tecniche di rianimazione e dalla conseguente aumentata sopravvivenza di pazienti critici.
SCOPO
Scopo dello studio è stato valutare le principali cause di trattamento sostitutivo (Renal Replacement Therapy, RRT), il tipo di trattamento effettuato e l’outcome del paziente.
MATERIALI E METODI
Abbiamo analizzato l’attività dialitica per AKI svolta dal nostra Emodialisi dal 1/1/10 al 31/12/11 presso le Terapie Intensive presenti in Ospedale (T.I. cardiochirurgica, Rianimazione, Unità Coronarica).
RISULTATI
Sono stati sottoposti a RRT 123 pazienti nelle seguenti terapie intensive: Cardiochirurgica, Rianimazione, Unità Coronarica.
Le caratteristiche della popolazione trattata sono indicate nella Figura 1
Le cause dell’AKI e la tempistica dell’avvio del trattamento dialitico in termini di creatininemia media sono rappresentate nella Figura 2.
La durata del trattamento sostitutivo e le modalità dello stesso (intermittente o continuo) sono descritte nella Figura 3.
La ripresa funzionale si è verificata nel 26% dei casi in T.I.Cardiochirurgica, nel 43% dei casi in Rianimazione e nel 44% dei casi in UTIC.
La mortalità è stata del 71,5% in T.I Cardiochirurgica, del 46,5 % in Rianimazione, del 42 % in UTIC.
CONCLUSIONI
Il maggior numero di trattamenti continui sono stati effettuati in T.I. Cardiochirurgica e in Rianimazione rispetto all’UTIC in relazione alla maggior instabilità emodinamica dei pazienti. La mortalità è risultata elevata soprattutto in area cardiochirurgica verosimilmente in relazione anche ad un avvio di trattamento tardivo nello stadio failure.
È necessario sensibilizzare anche gli specialisti delle Unità Intensive ad un early referral al nefrologo.