ESPERIENZA MONOCENTRICA SU TRAPIANTI RENALI (TX) A LUNGA SOPRAVVIVENZAESPERIENZA MONOCENTRICA SU TRAPIANTI RENALI (TX) A LUNGA SOPRAVVIVENZA (>= 20 ANNI – LS) E A BREVE (< 4 ANNI – BS): QUALI FATTORI PREDITTIVI PRECOCI?

Introduzione

Il trapianto renale rappresenta il trattamento di prima scelta dell’insufficienza renale cronica. La ricerca di fattori predittivi di sopravvivenza d’organo è in continuo aggiornamento e le analisi retrospettive con durata del trapianto renale maggiore di 20 anni sono scarse (Pinsky BW – 2012) [1], (Traynor C – 2012) [2].

Con l’intento di individuare fattori predittivi di sopravvivenza d’organo, evidenziabili già in età precoce di trapianto, confrontiamo una popolazione monocentrica di pazienti portatori di trapianto di rene da più di 20 anni con una popolazione di trapiantati nello stesso decennio, ma con sopravvivenza d’organo inferiore a 4 anni, tutti con follow up continuativo in ambito trapiantologico.

Materiali e metodi

Abbiamo studiato i trapianti renali eseguiti presso il nostro Centro dal 1981 al 1991, con durata maggiore o uguale a 20 anni o minore di 4 anni e successivamente abbiamo confrontato i due gruppi per demografia del donatore e del ricevente, nefropatia di base, età dialitica e metodica dialitica, comorbidità pre-trapianto (diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia, fumo, eventi cardiovascolari), compatibilità HLA, ritardata ripresa funzionale, episodi di rigetto acuto, terapia immunodepressiva alle dimissioni, creatininemia e proteinuria alle dimissioni e a 6 mesi di trapianto.

Risultati

Nel decennio esaminato sono stati effettuati 456 trapianti renali da donatori deceduti, 97 con sopravvivenza d’organo maggiore di 20 anni (lunga sopravvivenza – LS) e 165 con perdita rene entro i primi 4 anni di trapianto (breve sopravvivenza – BS). Considerando solo pazienti con follow up completo, dai precedenti abbiamo selezionato 67 pazienti con durata di trapianto maggiore di 20 anni (durata media 24,2 ± 1,7 anni) e 119 con breve sopravvivenza d’organo (1,3 ± 1,2 anni).

Non sono emerse differenze significative per demografia del donatore e del ricevente, nefropatia di base, compatibilità HLA, età e metodica dialitica, comorbidità pre trapianto, terapia immunodepressiva alle dimissioni e proteinuria alle dimissioni.

Sono emerse differenze significative tra i due gruppi per ritardata ripresa funzionale (47,9% BS – 28,8% LS, p=0,013), creatininemia alle dimissioni (2,25 ± 1,06 mg/dl BS – 1,74 ± 0,47 mg/dl LS, p=0,005) e a 6 mesi (2,57 ± 1,46 mg/dl BS – 1,36 ± 0,4 mg/dl LS, p<0,001), proteinuria a 6 mesi (mediana 0,8 g/die BS – 0,2 g/die LS, p=0,048) e assenza di episodi di rigetto acuto (24,4% BS – 59,1% LS) rispetto all’anamnesi positiva per almeno 1 episodio di rigetto acuto in tutto l’intervallo di osservazione (p<0,001). FIGURA 1

Studiando con curva ROC il dato della creatininemia alle dimissioni, è emerso che risulta essere fattore predittivo precoce di breve sopravvivenza del trapianto se maggiore o uguale a 1,95 mg/dl (sensibilità 55%, specificità 68%). FIGURA 2

Le cause di perdita rene più frequenti nei trapianti di breve durata (death censored – decesso 21,4%) sono il rigetto acuto (17,4%), il rigetto cronico (14,1%) e lo sviluppo di glomerulopatia cronica da Trapianto (12%). FIGURA 3

Nei pazienti con sopravvivenza d’organo maggiore di 20 anni, al 20° anno abbiamo evidenziato buoni dati di funzionalità renale con Creatininemia media di 1.47 ± 0.6 mg/dl. Dopo i primi 20 anni di follow up abbiamo registrato il rientro in dialisi nel 16% dei pazienti in esame (mostrando un rapido declino funzionale renale in assenza di segni istologici di rigetto acuto), con mediana di sopravvivenza d’organo di 21,6 anni.

Conclusioni

In analogia con la maggior parte dei risultati della letteratura, nella nostra esperienza l’assenza di ritardata ripresa funzionale (Fattahi RM – 2012) [3], buoni dati funzionali nei primi mesi di trapianto e l’assenza di episodi di rigetto acuto (Matignon M – 2012) [4] sono risultati fattori significativi per predire una sopravvivenza d’organo con ottima funzione renale a oltre 20 anni dal trapianto.

Riteniamo altresì che uno scrupoloso e persistente follow up in ambito nefrologico-trapiantologico sia un fattore importante per contribuire alla buona sopravvivenza sia dell’organo che del paziente sul lungo termine.