STUDIO RETROSPETTIVO DI CONFRONTO TRA CALCITRIOLO E PARACALCITOLO NEL TRATTAMENTO DELL’ IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO IN DIALISI PERITONEALE (DP)

INTRODUZIONE

L’iperparatiroidismo secondario è una delle complicanze più frequenti in corso di malattia renale cronica. La terapia di questa complicanza include i chelanti del fosforo, la vitamina D attiva, gli attivatori dei recettori della vitamina D e i calciomimetici (Andress DL – 2006 [1]) (Portolès J – 2012 [2]) . Il paracalcitolo è un attivatore selettivo del recettore della vitamina D efficace nel trattamento dell’iperparatiroidismo e con pochi effetti collaterali. Numerosi studi hanno valutato l’efficacia del paracalcitolo in emodialisi mentre sono relativamente pochi quelli condotti in DP (Ross EA – 2008 [3]).

SCOPO DEL LAVORO

Verificare in pazienti in DP, l’efficacia del paracalcitolo rispetto al calcitriolo nel ridurre i valori di PTH. Valutare le variazioni della calcemia e fosforemia e gli eventuali effetti collaterali.

MATERIALI E METODI

Su 68 pazienti, in trattamento presso il nostro Centro, 24 presentavano iperparatiroidismo secondario (PTH>300 pg/ml). Sono stati arruolati per la durata di 20 settimane 20 pazienti di cui 10 erano in trattamento con calcitriolo e 10 con paracalcitolo. I valori medi di PTH, all’inizio dello studio, erano 405+148pg/ml nei pazienti in trattamento con calcitriolo e 790+450pg/ml in quelli in trattamento con paracalcitolo (Figura 1).

Sono stati inclusi nello studio pazienti in DP da almeno 3 mesi, con buona compliance al trattamento farmacologico e dietetico ipofosforico. I pazienti non avevano presentato episodi di peritonite e/o dell’exit site negli ultimi tre mesi ed erano in trattamento con soluzioni dialitiche a contenuto calcico di 1,25 mmol/l. Dallo studio sono stati esclusi i pazienti che assumevano terapie di associazione con calciomimetico.

Le dosi della terapia con calcitriolo erano 50 mcg a giorni alterni per 20 settimane. I dosaggi della terapia con paracalcitolo variavano tra 1µg e 2µg, a giorni alterni, a fronte di valori di PTH rispettivamente minori o maggiori di 500 pg/ml (Figura 2).

RISULTATI

I pazienti in trattamento con calcitriolo presentavano una riduzione del PTH del 27,9% contro una riduzione del 53,3% ossevato in quelli che assumevano paracalcitolo (Figura 3).

Il target di PTH, secondo Linee Guida, veniva raggiunto dall’ 80% dei pazienti in terapia con calcitriolo contro il 100% dei pazienti in terapia con paracalcitolo (Figura 4). Non si osservavano variazioni significative dei valori medi della calcemia ma i pazienti in trattamento con calcitriolo presentavano un aumento significativo della fosforemia e del rapporto calcio-fosforo (Figure 5 e 6). 

CONCLUSIONI

In base alla nostra esperienza, il 35% dei pazienti in DP necessitano di trattamento per l’iperparatiroidismo secondario.

Il paracalcitolo induce una rapida e sostenuta riduzione dei valori di iPTH (>50%) in tutti i pazienti trattati, senza modificare i valori di calcemia e fosforemia. 

Il paracalcitolo può essere considerato come farmaco di scelta per il trattamento dell’iPTH in DP in considerazione anche dei potenziali effetti biologici sulla membrana peritoneale (Coronel F – 2011 [4]).