Recidiva di cardiomiopatia di Takotsubo (CT) in una paziente dializzata: possibile ruolo dei fattori reologici?

Razionale

La CT è una patologia di sempre più frequente riconoscimento, caratterizzata da una acuta, severa e reversibile disfunzione ventricolare sinistra in assenza di ischemia coronarica. L’ecocardiogramma dimostra ipocinesia dell’apice e/o dei segmenti medi del ventricolo sinistro e il quadro clinico-laboratoristico mima l’infarto miocardico (Akashi YJ – 2008) [1] (full text) (Golabchi A – 2011) [2].

Tale patologia è così denominata a causa delle particolari alterazioni cinetiche che la caratterizzano e che conferiscono al ventricolo sinistro l’aspetto simile a quello di un cestello, il takotsubo, usato dai pescatori giapponesi; la forma a pallone dell’apice cardiaco fa sì che venga usato come sinonimo anche il termine “left ventricular apical ballooning” (Novo S – 2011) [3].

Dal punto di vista epidemiologico risulta interessato prevalentemente il sesso femminile in età post-menopausale, solitamente in seguito ad eventi stressanti durante i quali sembra cruciale l’eccesso di catecolamine. La CT è responsabile di circa il 2% delle sospette sindromi coronariche acute, la prognosi è solitamente buona, tuttavia la mortalità può raggiungere l’8%. Pochi sono i casi di recidiva descritti.(Akashi YJ – 2008) [1] (full text) (Golabchi A – 2011) [2].

Casistica e metodi

Riportiamo il caso di una paziente dializzata che ha presentato più episodi di CT. Si tratta di una donna di 82 anni, portatrice di monorene chirurgico destro in quadro di litiasi, ipertesa, ipertiroidea in terapia tireostatica. Ai controlli periodici dell’emogramma i valori di Hb risultavano solitamente inferiori a 12 g/dl.

Risultati

Nel 2/2013 la paziente veniva ricoverata in quadro di shock cardiogeno necessitante contropulsazione aortica. Le indagini eseguite dimostravano una frazione di eiezione (FE) del ventricolo sinistro gravemente depressa con acinesia dell’apice e dei segmenti limitrofi in assenza di coronaropatia significativa. Agli ematochimici si rilevava: Hb 15.3 g/dl, Hct 48.6%, plts 335000/mm3, ipertiroidismo subclinico, Na e K normali. Veniva sospesa l’eritropoietina e dopo una settimana dal ricovero si assisteva a regressione delle alterazioni ecocardiografiche e discesa dell’Hb a 10.9 g/dl e dell’Hct al 33%.

Ad ottobre 2013 passaggio in Pronto Soccorso per dispnea isolata, Hb 15.6 g/dl, Hct 47.7%.

Nel 12/2013 ricovero per angina associata a sopraslivellamento ST-T anteriore, aumento della Troponina-I e presenza di alterazioni ecocardiografiche tipiche di CT. Sulla base degli ematochimici effettuati che documentavano Hb 13.9 g/dl, Hct 45.9% veniva sospesa l’eritropoietina. Dopo 12 giorni si riscontrava normalizzazione della FE, Hb 11 g/dl, Hct 34.4% (figura 2).

Conclusioni

In conclusione, nel caso riportato una CT recidivante e con le tipiche alterazioni è stata descritta in assenza di eventi stressogeni. La presenza di valori elevati di Hb unicamente in concomitanza con gli episodi documentati pone la questione delle alterazioni reologiche come possibili fattori causali di CT, in linea anche con le indicazioni KDIGO 2012 che sono più restrittive in merito alla prescrizione eritropoietinica alla luce del rischio cardiovascolare.